La Local Tax, la cui introduzione era stata ipotizzata per l’inizio del 2015, slitta al 2016.
Ma che cos’è questa nuova gabella? E perché non è stata ancora resa effettiva?
La tassa unica sulla casa, nata nel solco della “semplificazione” della fiscalità comunale, per accorpare IMU e TASI (ma non TARI, cioè la tassa sui rifiuti) e da introdurre come emendamento al disegno di Legge di Stabilità 2015.
Con questa “soluzione”, l’imposta verrebbe affidata al Sindaco e non più allo Stato. Il primo cittadino acquisterebbe, così, la libertà di stabilire nuove aliquote per l’imposta unica, senza scendere, comunque, sotto un tetto fissato dal Governo.
Per le prime case, potrebbe rimanere la stessa detrazione dell’attuale IMU: € 200 a famiglia, cui aggiungere € 50 per ogni figlio di età inferiore a 26 anni.
Le seconde, terze, quarte case, etc…, sarebbero tassate secondo la somma delle aliquote di IMU e TASI.
Ai Comuni resterebbe anche la possibilità di diminuire le imposte in base all’indicatore ISEE.
Per gli eventuali inquilini, sarebbe cancellata la quota loro spettante in caso d’immobili a uso abitativo, mentre rimarrebbe invariata quella per immobili adibiti a imprese, come i negozi.
Non dimentichiamo, però, che una vera tassa unica sulla casa dovrebbe tenere in considerazione anche le addizionali IRPEF, sia regionali sia comunali, rendendo ancora più complesso il lavoro da fare.
Infatti, ciò che rende complicato realizzare una vera tassa locale unica è il cambio di rapporto tra la quota erariale di capannoni, alberghi e centri commerciali - che all’improvviso passerebbe ai Comuni - e la statalizzazione dell’addizionale IRPEF, che invece rimarrebbe allo Stato.
noltre, non sono ancora stati risolti i problemi riguardanti il nuovo canone unico, che dovrebbe accorpare varie tasse e canoni, come quelli sull’occupazione del suolo pubblico, sulla pubblicità e sui diritti di affissione.
Quindi, ricapitolando: da una parte, nei Comuni risiedono persone fisiche e imprese (commerciali, industriali e di servizi) e sulla sua area coesistono abitazioni, esercizi commerciali e stabilimenti, che sfruttano i beni del territorio e i servizi locali, per cui è necessario pensare a un riordino della fiscalità locale.
Dall’altra parte, però, questo riordino appare un’impresa titanica, grazie anche alla miriade di tasse e balzelli che negli ultimi anni non hanno fatto altro che aggiungersi, le une agli altri, fino a creare un ginepraio dal quale è arduo divincolarsi.
Il risultato di tutto questo è lo slittamento della Local Tax al 2016: vedremo, dunque, tra un anno, se e come questi problemi saranno stati risolti.