Quante volte ci chiediamo: se il trasferimento di un militare ai sensi della legge 104 è un diritto riconosciuto dalla legge, perché le domande vengono rigettate?
A volte accade per esigenze della Forza Armata, legate a problemi di organico degli Enti di appartenenza o di destinazione, altre volte, semplicemente, per prassi.
Purtroppo gli abusi da parte di disonesti e la carenza di controlli da parte dello Stato hanno spinto le pubbliche amministrazioni ad assumere un atteggiamento superficiale anche nei confronti di situazioni degne di attenzione.
In ogni caso a rimetterci è sempre il povero disabile, che può trovarsi solo o affidato a qualche badante.
L'Amministrazione spesso si dimentica che il diritto che tutela la famosa 104 è il diritto del disabile a scegliere chi lo deve assistere.
L'interesse della Pubblica Amministrazione o del datore di lavoro, per legge, dovrebbe passare in secondo piano ma non è sempre così!
La recente sentenza del TAR Puglia, sempre illuminante in materia di diritto miliare, ha tutelato un lavoratore che assiste un familiare in grave condizione di disabilità, qualificandone la posizione giuridica come interesse legittimo.
Si tratta di un provvedimento di grande rilevanza: il giudice amministrativo ha detto sì al trasferimento a Lecce di un militare per assistere un familiare disabile.
In tale circostanza l'Amministrazione viene accusata di superficialità e genericità nella redazione dei provvedimenti con cui aveva rigettato l'istanza di trasferimento.
Perticolarmente significativa è la parte della sentenza in cui vengono respinte le motivazioni generiche sulla mancanza di specifica posizione organica, riconoscendo al militare la possibilità di ricoprire incarichi diversi, comunque compatibili con il proprio grado e qualifica.
Nella sentenza il giudice amministrativo suggerisce di adottare un atteggiamento più mite e comprensivo, tenendo in considerazione sia le esigenze di organizzazione e gestione del personale, sia il bisogno assistenziale del disabile.
Occorre cioè operare bilanciando gli interessi di entrambe le parti, tenendo soprattutto a mente le implicazioni in termini umani.
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-- Avv. Michela Scafetta (titolare dello studio)