È diritto del singolo cittadino conoscere i modi e le forme dell’azione amministrativa.
È dovere di tutte le pubbliche amministrazioni rendere visibile e controllabile il proprio operato.
I suddetti diritti e doveri sono figli del principio di trasparenza dell’azione amministrativa, rinforzato dalla recente riforma del 2009, volta al raggiungimento di una forma stabile di collaborazione tra settore pubblico e cittadino, al fine di individuare gli strumenti idonei alla tutela delle situazioni giuridiche soggettive ritenute lese.
L’accesso agli atti amministrativi è lo strumento che consente ai cittadini di venire a conoscenza dell’operato della Pubblica Amministrazione.
Non sempre però le istanze di accesso vengono accolte, anzi spesso la Pubblica Amministrazione intimata risponde in modo generico e superficiale, negando un diritto chiaramente riconosciuto dal legislatore.
In un panorama di condotte dubbie da parte del settore pubblico, fondamentale è la sentenza n. 489 del 2016 del Consiglio Di Stato, che ammonisce il Ministero della Difesa in materia di accesso agli atti in ambito militare.
La citata sentenza vede il caso di un Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri che, davanti alla domanda di avvicinamento al coniuge ex art. 398 del Regolamento Generale dell’Arma, respinta, decide di procedere con istanza di accesso agli atti.
L’Amministrazione nega all’istante la possibilità di conoscere il proprio operato, respingendo per ben due volte la richiesta di accesso.
Il provvedimento di diniego di accesso agli atti diviene oggetto di ricorso al TAR.
Il Giudice amministrativo di primo grado accoglie il ricorso, ma il Ministero si rivolge al Consiglio di Stato.
La quarta sezione del CDS redige una sentenza esemplare, in cui ribadisce come la legislazione in materia di accesso agli atti oltre “a soddisfare un generale requisito di trasparenza, mira a ridurre il contenzioso”.
Forte è il tono di rimprovero verso un’amministrazione che spesso viene meno ai suoi obiettivi, andando a ledere un diritto fondamentale, quale quello di conoscere l’azione amministrativa.
Una Giustizia efficace, che a fronte dell'ampia discrezionalità delle amministrazioni verso il personale militare, permette ancora di vedere tutelati i diritti del cittadino in armi.
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-- Avv. Michela Scafetta (titolare dello studio)