Si può ristrutturare casa e non impazzire? La mia risposta è sì!
Un sì convinto di chi ha fatto due ristrutturazioni nel giro di 6 mesi.
Ricordo ancora una cena a casa mia, verso il mese di settembre, quando due amici mi dicevano che ristrutturare vuol dire perdere il sonno e la calma.
Vuol dire mettere a rischio la propria salute mentale e fisica.
L’impresa non rispetterà mai i tempi prefissati, ti diranno 3 mesi e ce ne metteranno 9, litigherai con l’architetto più e più volte e alla fine non sarai soddisfatta.
Per me non è stato così!
Sarà stata fortuna? Sarà stata esperienza nel fare causa ad imprese e tecnici?
Chi può dirlo, ma io oggi mi trovo una casa ed uno studio ristrutturati, completamente, nel giro di 6 mesi!
Non solo, ma ho continuato a fare la vita che facevo con i miei numerosi impegni di lavoro a Roma e fuori.
In questo articolo, vi racconto come mi sono districata in questo labirinto di cose da fare e controllare e perché no, vi presento la mia squadra!
1. Trovare un architetto di fiducia. Il mio consiglio è rivolgersi ad amici che hanno già ristrutturato e che hanno avuto esperienza con la figura mitologica dell’architetto e direttore dei lavori. Insomma, mai scegliere a scatola chiusa! Ruggero Taddei, il mio architetto, é stato in grado di gestire due ristrutturazioni senza farci perdere la testa, ha lavorato di sabato e domenica, ci ha accompagnato nei negozi di materiale edile alle 9 del sabato mattina o alle 15 della domenica. Ha risposto alle mie telefonate negli orari più impensabili e cosa più importante ha risolto i vari problemi occupandosi delle maestranze e proponendone sempre di migliori a prezzi vantaggiosi e più economici di quelle che trovavo io.
2. Trovare una ditta edile SERIA. La cosa più difficile. Vale sempre la stessa regola, affidarsi a persone conosciute e consigliate da chi li ha assoldati per altre ristrutturazioni. Marco Deramo, l’imprenditore che ha seguito la mia follia di ristrutturare casa e studio in meno di 6 mesi, ha creduto nel mio sogno, quello di poter ristrutturare e traslocare il vecchio studio in meno di due mesi. Ha fatto lavorare i suoi ragazzi dall’alba al tramonto, sabato e domeniche comprese. Poche ferie a Natale. Questi ragazzi, completamente motivati da Marco, hanno dato il meglio di loro stessi anche nei momenti di maggiore difficoltà . Soprattutto, nella ristrutturazione dello studio hanno lavorato contemporaneamente con i traslocatori, gli elettricisti e gli impiantisti che intralciavano spesso il loro lavoro, senza mai lamentarsi.
3. Gestire gli imprevisti con professionalità . A cinque giorni dall’inaugurazione dello studio, una mattina gli operai hanno trovato mezzo appartamento allagato, metà parquet zuppo e come dicono gli esperti del settore, imbarcato. Solo la professionalità dei ragazzi e la calma dell’architetto che ha fatto asciugare listone per listone il pavimento di legno, mi ha fatto evitare il peggio.
4. Fidarsi della ditta e dell’architetto soprattutto nei consigli di maestranze e fornitori a cui rivolgersi. Non è vero che lo fanno solo per un proprio tornaconto ma perché poi loro stessi sono responsabili di ritardo e quant’altro. Uno scarico di responsabilità che ti toglie ansia e preoccupazione.
5. Fare un buon contratto di appalto, meglio se a corpo, valutando con attenzione che la ditta abbia una buona assicurazione per danneggiamenti a terzi.
6. E sperare che a tutti vada com’è andata a me!
Ottimi i consigli dell’avvocato Michela Scafetta; aggiungerei che il risultato è anche frutto della buona sinergia che siamo riusciti ad instaurare. Un grazie per le parole riferite a me e alla mia squadra. Ruggero Taddei… l’architetto
Verissimo!
Onestamente quando ho visto le foto dello studio di uno studio ancora in alto mare pensavo che non ci saresti stata nei tempi! Fino a pochi giorni dell’inaugurazione lo stesso, visto la complessità della cosa, adesso leggo che hai fatto ristrutturare anche casa! Adesso che ho visto con i miei occhi che hanno fatto tutto come stabilito non posso che fare i complimenti a loro e sicuramente ne trarranno vantaggio perché questo è un mestiere che va a passa voce.
Grazie!