Vanity Fair
L'Avv. Scafetta intervistata da Vanity Fair sul tema del mobbing.
Lo Studio Legale Scafetta tratta con grande frequenza casi di mobbing e demansionamento. I nostri Avvocati posseggono un'approfondita esperienza in materia di lavoro e, in particolare, nella tutela dei diritti del lavoratore.
Si definisce mobbing "un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, vessazioni, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di uno o più individui nei confronti di un altro individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso".
In ambiente lavorativo, la pratica del mobbing viene generalmente condotta al fine di indurre la vittima ad abbandonare il lavoro, ove la via del licenziamento non risulti opportuna o perseguibile.
Il mobbing si distingue in mobbing gerarchico (o verticale) e mobbing ambientale (o orizzontale). Il mobbing gerarchico è perpetrato dal superiore nei confronti del subordinato perchè ritenuto poco produttivo o poco simpatico o poco gradito. Il mobbing ambientale invece è condotto dai colleghi nei confronti della vittima e si estrinseca nella mancanza del dialogo, della collaborazione o del rispetto normalmente attribuiti ai collaboratori nello svolgimento delle attività lavorative.
L'attività mobbizzante è costituita da una serie di episodi lesivi i quali, analizzati isolatamente, potrebbero anche risultare leciti o non offensivi ma, valutati nel loro insieme, evidenziano un comportamento persecutorio.
In tutti i casi in cui si ravvisi una pratica di mobbing, lo Studio assiste il cliente nel rimuovere i comportamenti lesivi e ottenere il giusto risarcimento degli effetti prodotti da tali pratiche.
Il demansionamento, al pari del mobbing, è una pratica vessatoria nei confronti di un lavoratore. Tale pratica si verifica quando alla vittima viene assegnata una mansione di profilo inferiore alla propria qualifica professionale o addirittura non viene assegnata alcuna mansione.
In tali casi si commette una violazione del diritto del lavoratore a svolgere un'attività qualificante, in armonia con le proprie capacità e con il proprio inquadramento professionale. Il lavoratore viene così privato, non solo della propria sfera di autonomia e decisionalità, ma anche della possibilità di mettere in pratica e affinare le proprie capacità lavorative, con conseguente impoverimento dell'abilità professionale.
Tale impoverimento può determinare un danno alla salute (principalmente dal punto di vista psicologico) e ai futuri rapporti di lavoro della vittima.
Lo Studio affronta le situazioni sopra menzionate attraverso interventi mirati a risolvere il problema prioritariamente in via transattiva.
Nella maggior parte dei casi il cliente ottiene la riassegnazione delle proprie mansioni senza necessità di ricorrere in giudizio, in maniera rapida e risolutiva, grazie alla grande capacità di mediazione dei nostri professionisti.
Spesso anche i successivi rapporti con il datore di lavoro proseguono in maniera positiva, in seguito al chiarimento delle posizioni e alle indicazioni fornite dai nostri avvocati a entrambe la parti, su come proseguire l'attività lavorativa.
Nei casi in cui non risulti possibile risolvere la controversia transattivamente, lo Studio mette a disposizione del cliente i migliori strumenti per ottenere, in via giudiziale, la giusta mansione e, ove spettante, il giusto indennizzo.