05/11/2019
A seguito della pubblicazione delle graduatorie di Esercito e Marina stiamo procedendo all'impugnativa delle stesse, al fine di avere la fissazione dell'udienza cautelare e decidere le sorti del nostro ricorso.
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03/04/2019
Il ricorso è stato depositato al TAR Lazio, al momento siamo in attesa della fissazione dell'udienza.
Si fa presente che trattandosi di un ricorso collettivo ed essendo il numero dei ricorrenti abbastanza elevato, è impossibile per lo studio contattare direttamente ogni singolo utente per comuinicare aggiornamenti di interesse comune.
Pertanto tutte le notizie saranno pubblicate su questa pagina che i ricorrenti potranno visitare periodicamente per controllare se ci sono novità.
Al momento non ce ne sono.
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Il presente ricorso collettivo è finalizzato all'annullamento dei seguenti provvedimenti:
Gli interessati a partecipare al ricorso dovranno effettuare improrogabilmente l'adesione entro il 5 febbraio 2019, la possibilità di impugnare il bando di concorso mediante il ricorso presso il Tar del Lazio scadrà il prossimo 12 febbraio 2019.
Lo Studio Legale non farà altre tornate di ricorso, pertanto questa è l'ultima occasione per poter aderire.
Coloro che vorranno aderire al ricorso dovranno inviare una email di adesione all'indirizzo info@studiolegalescafetta.it contenente i propri dati anagrafici e anno di arruolamento, nell'oggetto della email sarà necessario scrivere "richiesta di adesione ricorso 958".
Il ricorso si farà laddove venga raggiunto il numero minimo stabilito dallo Studio Legale. Un numero esiguo non avrebbe la stessa risonanza e lo stesso peso politico e giudiziario.
Il costo complessivo del ricorso e di tutte le sue fasi meglio specificato in seguito è di euro 270,00 iva e cassa inclusa e dovrà essere versato al momento dell'adesione mediante bonifico bancario.
Non vi saranno altri costi aggiuntivi.
Nel 1995 le Forze Armate erano con la leva obbligatoria con l’unica eccezione di una componente molto piccola di volontari in ferma di due anni che potevano ambire a rimanere in servizio permanente solo se promossi Sergenti di complemento e dopo aver vinto un successivo concorso di solito con il 4% dei posti disponibili rispetto ai partecipanti.
Questa era la “carriera” prevista per tutti i volontari arruolati con la Legge 958/86.
Con il riordino del 1995, venne in un solo colpo oggettivamente “cancellata” la possibilità di partecipare al concorso per il servizio permanente per i Sergenti di complemento di allora già in coda, oltre per alcuni caporali maggiori a cui venne bloccata la valutazione a sergente di complemento (che a sua volta, poi apriva le porte al concorso per il passaggio in servizio permanente).
Il legislatore di allora, decise di modificare radicalmente la situazione in essere, con la formazione di due nuovi ruoli: i volontari in servizio permanente ed i Sergenti in servizio permanente.
In sintesi, a fronte della stabilizzazione del 4% del personale precedente, nel giro di pochi anni vennero banditi due concorsi per Sergenti e tre concorsi per Volontari in servizio permanente.
Per il solo Esercito, ad esempio, si trattò di 1.200 posti per Sergente (il 2° concorso copriva il 100% dei posti disponibili rispetto ai partecipanti) e 6.900 posti per Volontario in servizio permanente (nel 3° concorso i posti disponibili coprivano a fatica il numero dei partecipanti).
La realtà dei fatti è che tutti i richiedenti (anche moltissimi militari valutati per il grado di sergente e non risultati vincitori, molti dei quali persino non idonei) di fatto raggiunsero l’ambito traguardo del “posto fisso”.
Si arriva così ai nostri giorni quando, dopo 20 anni, il Ministero della Difesa, nel riordino del 2017, inizia ad ipotizzare una “sanatoria” delle conseguenti sperequazioni, aprendo il concorso interno per Maresciallo riservato a tutti i militari arruolati con legge 958.
Ma di fatto questa recente iniziativa ministeriale causerebbe una ancor più grave disparità di trattamento, a danno di coloro che si sono arruolati in base a veri iter concorsuali, con un profilo di carriera ben definito.
Infatti, in questi 20 anni, i vincitori del concorso per Sergenti non 958 hanno svolto servizio con le specializzazioni dei Marescialli vecchio iter (sebbene con stipendio da Sergenti).
Pertanto, hanno anche comandato plotoni al posto dei Marescialli (in sede vacante o facente funzione) composti da Graduati inizialmente arruolati con la 958, che per scelta personale - quasi sempre per essere trasferiti vicino casa con lo svecchiamento - non hanno partecipato ad alcun concorso migliorativo.
In altre parole, i militari arruolati in base alla Legge 958, si sono ritrovati automaticamente in servizio permanente, senza alcun vero iter concorsuale.
Oggi, il bando impugnato, pretenderebbe di promuoverli Marescialli, per di più lasciandoli nelle sedi di servizio per almeno due anni, senza alcuna decurtazione utile allo svecchiamento per i periodi già presenziati nei gradi precedenti.
Ma non basta. Proseguendo le intenzioni del Ministero, ci si troverebbe ad avere migliaia di Sergenti e Graduati concentrati quasi tutti al centro sud che diventerebbero, nell’immediato, Marescialli comandanti di plotone; gli attuali Sergenti non 958, si vedrebbero nel giro di un giorno comandati da chi hanno avuto alle proprie dipendenze per 20 anni.
Inoltre questi nuovi Marescialli dovrebbero prestare servizio, per almeno due anni (art. 13, punto 2, pag. 11 del bando), negli stessi reparti ove si trovano oggi, con la conseguenza che gli enti si ritroveranno in breve tempo con un esubero di Marescialli.
In pratica, laddove oggi esiste un plotone comandato da un maresciallo e composto da 20 subordinati, domani vi potrebbe essere un plotone composto da 21 Marescialli.
Ulteriore problema sorgerebbe nel momento in cui i Marescialli, tutti direttivi, non potranno più essere impiegati nelle funzioni odierne dei Graduati e dei Sergenti.
In definitiva, ci si troverebbe ad avere enti con qualche Ufficiale, tantissimi Marescialli e qualche sergente/graduato, al punto da non poter più garantire i normali servizi di caserma.
Questi nuovi Marescialli, molti dei quali con la licenza media (tale titolo di studio è requisito richiesto dal bando) ed un corso formativo della durata massima di tre mesi, qualora ritenuto indispensabile dalla Forza Armata di appartenenza (art. 13, punto 1, pag. 11 del bando), sarebbero colleghi degli attuali, laureati, con corsi di formazione di almeno 3 anni e che hanno superato le selezioni di un difficile concorso pubblico.
Il ricorso si articolerà in tre fasi: impugnativa del bando di concorso illegittimo, impugnativa della graduatoria finale del suddetto concorso e questione di illegittimità costituzionale.