Buone notizie per gli ex mariti di donne che hanno cominciato una nuova convivenza con un altro.
Una sentenza della Corte di Cassazione, chiamata a giudicare il caso di una coppia di ex coniugi di Brindisi, ha riconosciuto la convivenza come una «famiglia di fatto» con caratteristiche «analoghe a quelle che di regola caratterizzano la famiglia fondata sul matrimonio».
E ha stabilito, per casi come questo, la sospensione dell’assegno di mantenimento divorzile. In altre parole, come è scritto nella sentenza, quando ci si rifà una vita «si rescinde ogni connessione con il tenore e il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale, e con ciò ogni presupposto di riconoscibilità di un assegno divorzile».
Non basta: una volta che il «bonus» viene revocato perché è accertata la convivenza, si perde anche il diritto di chiederlo ancora, se la nuova «famiglia di fatto» dovesse sfasciarsi.
Proprio perché la Cassazione, con la sua decisione, ha equiparato la convivenza al matrimonio, con tutte le sue incognite: «La scelta della nuova convivenza, magari anche alimentata dalla nascita di figli, deve essere caratterizzata dall'assunzione piena di un rischio che possa cessare anche questa seconda famiglia di fatto».
Gli Ermellini hanno rovesciato l’opinione sia del Tribunale di Brindisi e che della Corte d’Appello di Lecce, secondo cui era giusto che l’ex marito continuasse a pagare l’assegno alla donna che aveva sposato, e che nel frattempo si era rifatta una vita.
La Corte di Appello aveva rigettato il ricorso del marito, che riteneva ingiustificabile il fatto di dover continuare a versare mille euro alla ex moglie, che viveva con un altro, anche se non si era risposata.
Ma la Cassazione, alla fine, gli ha dato ragione con un verdetto storico. Insomma, dopo questa sentenza diventa inutile evitare di risposarsi per non perdere l’assegno dall’ex marito: le regole sono cambiate.
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